Un confronto sulla riproducibilità e affidabilità della l’acuità visiva
La misura con il tabellone di Snellen e con il tabellone ETDRS secondo Ferris
Carissimi colleghi,
questo mese vorrei porre la vostra attenzione sulla metodologia alla base della misurazione della acuità visiva.
Mi riferisco in particolar modo alla misurazione della acuità visiva nel paziente con maculopatia che spesso è un ipovedente.
I retaggi che ci provengono da un passato nenache molto lontano sono purtroppo difficili a morire e capita molto spesso di trovare riportate nelle schede cliniche dei pazienti annotazioni molto approssimative sulla acuità visiva di questi pazienti e spesso si legge “visus <1/10” oppure “tra 1 e 2/10” come se il problema maculopatia fosse rimasto fermo ai temi del macular photocoagultion study.
In realtà come voi ben sapete in questi ultimi anni sono stati fatti enormi passi in avanti grazie all’avvento della terapia fotodinamica e antiangiogenetica, ma purtroppo la vecchia abitudine di annotare il dato della acuità visiva in modo tutto sommato approssimativo è rimasta.
Oltre a questo si aggiunga l’aggravante di utilizzare un tabellone di lettura che sicuramente non è il massimo in termini di riproducibilità inter e intraosservatore.
Parlo ovviamente del classico tabellone di Snellen presente nella maggior parte degli ambulatori oculistici.
Per questo motivo vi invito a leggere un lavoro che uscirà a breve sulla rivitsa Ophthalmology che confronta la riproducibilità e affidabilità della l’acuità visiva misurata con il tabellone di Snellen e quella misurata con il tabellone ETDRS secondo Ferris.
Buona lettura,
Massimo Nicolò
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