Coroidopatia puntata interna: aspetti clinici e gestione terapeutica
Coroidopatia puntata interna: aspetti clinici e gestione terapeutica
La coroidopatia puntata interna è una patologia che non sempre viene riconosciuta e trattata come dovrebbe. In questa review questa malattia viene analizzata nel dettaglio sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico.
Piergiorgio Neri, BMedSc, MD(Hons), PhD – Ancona
Nell’ampio spettro delle coroiditi multifocali, la coroidopatia punctata interna (PIC), rappresenta un sottotipo di grande interesse. La PIC colpisce principalmente donne giovani, sane, moderatamente miopi, differenziandosi profondamente da altri tipi di coroiditi multifocali, quali la sindrome uveitica con fibrosi sottoretinica, la coroidite multifocale con panuveite, e la sindrome della macchie bianche evanescenti. Le caratteristiche cliniche di PIC sono sufficientemente ben definite, pur se talvolta la diagnosi può non essere agevole a causa di possibili aspetti comuni ed alla sfumata presentazione clinica.
E’ quindi fondamentale utilizzare test diagnostici atti ad un ottimale inquadramento clinico, come ad esempio la fluorangiografia e l’angiografia all’indocianina verde, che possono aiutare ad individuare le peculiarità dell’affezione. La terapia medica, le tecniche laser e la chirurgia sono usate per la terapia di PIC, indipendentemente dall’aspetto clinico e dal suo decorso.
Nella vasta gamma di coroiditi multifocali di causa sconosciuta, la coroidopatia punctata interna (PIC) è un’uveite che colpisce principalmente donne giovani, sane, moderatamente miopi [1].
PIC entra in diagnosi differenziale con altre sindromi uveitiche: la sindrome delle macchie bianche evanescenti (MEWDS), la sindrome uveitica con fibrosi sottoretinica (SFU), [2-5], la coroidite multifocale con panuveite (MCP) [6,7]. Tuttavia, non vi sono sufficienti report clinici che prendano in considerazione le popolazioni colpite da tale gamma di uveiti, e talvolta non è facile determinare dei cut-off ben precisi per un inquadramento clinico agevole. L’associazione tra miopia e coroiditi multifocali è stata riportata in letteratura [8], e PIC è la più comune infiammazione a carico del polo posteriore associata a miopia. Pur se la positività per batteri, virus o protozoi è stata riconosciuta, tali rilevazioni non hanno avuto significatività sotto il profilo statistico. Il termine PIC è stato proposto da Watzke et al [1] nel 1984, quando hanno presentato una serie di 10 donne moderatamente miopi (range compreso tra -3,25 a -10,00 D) con una fascia d’età compresa tra 21 e 37 anni, che presentavano visione offuscata, fotopsie e scotomi paracentrali. In tali pazienti non si osservavano lesioni infiammatorie anteriori ed il “binocular indirect ophthalmoscopy (BIO) score” era pari a zero; la biomicroscopia rivelava piccole lesioni giallo-biancastre il cui diametro era compreso tra 100 e 300 ?m; in 8 dei 10 casi era presente una membrana neovascolare coroideale (CNV).
La PIC è stata inserita tra le coroidopatie infiammatorie di causa sconosciuta, quindi, come l’epiteliopatia multifocale a placche multiple (APMPPE), MEWDS, retinocoroidopatia birdshot (BSRC), la coroidite serpiginosa (SR), la MCP e SFU (subretinal fibrosis and uveitis). Pur se la PIC è stata generalmente descritta come affezione a carattere autolimitante, con prognosi visiva generalmente favorevole, l’eventualità di una CNV può rappresentare una severa conseguenza.
Tags In
Categorie
Articoli recenti
- I BISOGNI (REALI) DEL PAZIENTE OFTALMOLOGICO
- DIGITAL HEALTH E SETTORE OFTA: COSA PREVEDE IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA?
- LA TELEOFTALMOLOGIA APPLICATA CON SUCCESSO A GENOVA
- TESTALAVISTA: UPVALUE E COMITATO MACULA INSIEME PER LA PREVENZIONE DI RD E EMD
- ONLINE E WIRELESS: LA TECNOLOGIA DIGITALE AL SERVIZIO DEL PAZIENTE OFTALMOLOGICO